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27 05 2013 | Rimini | Scuola: un’altra analisi dei numeri del referendum bolognese

Lunedì, 27 Maggio 2013

tortora-chiaroRimini | Scuola: un’altra analisi dei numeri del referendum bolognese

 

Sul referendum consultivo sul sistema educativo integrato a Bologna da Rimini, dove qualcuno ha già proposto la possibilità di un’esperienza simile, c’è anche chi serra i ranghi pro scuola pubblica e privata (con tanto di slogan, già pronti). “Non è più tempo di logori ideologismi post-sovietici”, dice Marco Rossi, referente riminese di Fare per Fermare il declino. “Sì alla convivenza pubblico-privato nei servizi educativi. Sì alla libertà di scelta per le famiglie. Sì all'efficienza economica per l'amministrazione, che permette di di tenere le spese sotto controllo, e quindi di limitare le tasse, e di migliorare al contempo la qualità del servizio grazie alla concorrenza”.

 
La matematica non è un’opinione si dice, ma capita a volte, anzi spesso, che i numeri spesso li metta assieme un po’ come gli conviene. “Leggiamo dell'originale interpretazione trionfalistica data dai consiglieri riminesi Savio Galvani, Stefano Brunori e Fabio Pazzaglia al disastroso esito del referendum ideologico promosso a Bologna dal composito fronte M5S, Sel, Cgil, Casapound. Ai consiglieri vorremmo far notare che il referendum è servito solo a confermare che i bolognesi che vogliono estromettere la gestione privata dall'offerta integrata del servizio educativo sono una ridotta minoranza, cioè meno del 17 per cento. Infatti, già hanno votato in pochi (un 28,71 per cento che è il minimo storico nelle consultazioni bolognesi). Di quei pochi, più del 40 per cento si è espresso contro i quesiti”, nota Marco Rossi.


Secondo Rossi, “l'antica saggezza della città di Bologna ha quindi confermato che un'impostazione che affianchi in sana concorrenza gestione comunale, statale e privata dell'offerta educativa è quella giusta per assicurare libertà di scelta alle famiglie e efficienza economica all'amministrazione pubblica. Contrariamente ai consiglieri Galvani, Brunori e Pazzaglia auspichiamo quindi che la proficua convivenza dell'erogazione pubblica e privata dei servizi educativi sia propria anche della città di Rimini”.


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